STORIA DELLA RAZZA
Il pastore maremmano-abruzzese è una famosa razza italiana appartenente al gruppo dei pastori e bovari originaria dell’Italia centrale, precisamente dell’Appennino Abruzzese. E’ un cane che fa parte del ceppo dei grandi cani bianchi del Centro Europa, stirpe antichissima di guardiani di armenti e del gregge dal carattere diffidente e bellicoso, giunta in Italia nel Medioevo.
Nel 1898 furono registrati sul Libro delle Origini del Krnnel Club Italiano quattro cani da pastore. Nel 1924 Luigi Groppi e Giuseppe Solaro stilarono il primo standard della razza. Non seguirono registrazioni per diversi anni, ma nel 1940 i cani registrati furono diciassette. Fino al 1958, il pastore abruzzese e il pastore maremmano erano ritenute due razze distinte e separate. Addirittura nel 1950 fu fondata una associazione degli allevatori del pastore abruzzese, e nel 1953 nacque un'associazione per gli allevatori del pastore maremmano.
"Wolf dogs of the Abruzzi", illustrazione dal Penny Magazine del 1833.
Il 1 gennaio 1958 l’ENCI (L'Ente nazionale cinofilia italiana, associazione italiana per la gestione della cinofilia italiana che si occupa della catalogazione delle razze canine di tutti i cani presenti in Italia e dell'organizzazione e gestione di eventi nazionali e internazionali di sport cinofili) unificò le due razze sotto un unico standard sostenendo che, a causa della transumanza delle greggi da una regione all'altra, processo favorito dall'Unità d’Italia era occorsa una "fusione naturale" tra le due tipologie di cani. Fino al 1860 infatti, le montagne abruzzesi e le pianure toscane appartenevano a due stati diversi, ossia il Regno delle due Sicilie e il Granducato di Toscana.